Villa Bagnolo

Villa Bagnolo nasce a Castrocaro in provincia di Forlì quando nel 98 L’imprenditore e chimico Vito Ballarati grandissimo appassionato di vini decise di acquistare una casa sulle colline di Castrocaro per passarci del tempo con la famiglia e gli amici.

Un giorno conobbe per caso un contadino sotto casa sua che gli fece assaggiare un’uva straordinaria e successivamente il vino, sempre ricavato dalla stessa uva e ne rimase alquanto contradetto perché era decisamente lontano da quello che si può definire un buon vino.

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Questo fatto lo fece riflettere tantissimo perché aveva capito le potenzialità di quell’uva e del terreno su cui nasceva, tanto che seguendo la sua passione covata nell’arco di tanti anni decise di investirci per tirare fuori il massimo da qual terreno speciale nel quale si era trovato, acquistano degli appezzamenti di terra ( oggi sono 16 ettari) e costruendo la cantina adiacente a casa.

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Iniziò così questa nuova avventura, il destino aveva consegnato nelle mani del Dr.Ballarati un terreno speciale e lui voleva spremere quelle uve in modo da tirare fuori la magia che ne era nascosta all’interno.

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Ho scambiato quattro chiacchiere il responsabile commerciale di Villa Bagnolo, Il Grande Enea detto Ennio, amico di vecchia data, che è riuscito in pochissimo tempo a trasmettermi la passione e l’amore che sono racchiusi dentro ad ogni bottiglia di Villa Bagnolo.

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I primi vini che furono etichettati dalla cantina sono il Sangiovese “Sassetto” e l’Albana secca “Bianco Bagnolo”. Poco dopo, proprio per le caratteristiche particolari del terreno Vito decise di aggiungere degli appezzamenti di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon che diedero vita ad altri buonissimi Vini che oggi caratterizzano la cantina di Castrocaro.

Io ho assaggiato “L’Alloro” che è un blend di Cabernet Franc (25%), Cabernet Sauvignon (25%) e Sangiovese (50%) del 2016.

E il “Bagnolo” (100% Sangiovese) sempre del 2016 che è il loro Sangiovese superiore riserva, entrambi affinati in botte di rovere per 12 mesi, dopo dei quali il “Bagnolo” siccome non si era riposato abbastanza ne fa altri 12 in bottiglia!!

Oltre a questo mi raccontava Enea che essendoci sei tipologie di Sangiovese nei loro appezzamenti, il “Bagnolo” viene fatto ogni anno mischiando le migliori vinificazione dei diversi ceppi di sangiovese a disposizione per dare sempre il massimo della qualità al prodotto finito. La terra in cui si trovano le vigne gode di un terreno particolarmente argilloso che assorbe tutti i minerali nobili, ed essendo in collina l’uva riceve la brezza dall’Adriatico e l’aria fresca dagli Appennini che aiutano a caratterizzare ulteriormente i loro vini.

Un’ altra cosa che mi è rimasta impressa dai suoi discorsi è il modo in cui mi parlava del grande Vito, facendomi capire che è davvero un Bomberone e appena si potrà tornare alla vita normale andrò sicuramente a conoscerlo!

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Due ottimi vini corposi e strutturati, decisamente potenti con i loro 14/14,5% di alcool. Con la mia esperienza posso consigliarvi due abbinamenti perfetti: cinghiale stempiato catturato a mani nude in una notte di luna piena oppure una buonissima quaglia ruspante con senape ai fagiolini del Missouri.

In alternativa se non volete rischiare la vita con il cinghiale, e il fatto di raggiungere il Missouri per i fagiolini non vi torna comodo, potete abbinarli con quello che volete, l’importante è che abbiate capito l’amore che ci mettono le persone che lavorano dietro questa realtà.

Spero di avervi incuriosito abbastanza da portarvi a testarli da voi stessi che alla fine credo sia il modo migliore per giudicarli.

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