La Storia di Mr.Juniperus

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Ci sono innumerevoli avventure di piante magiche, ma quella che vi racconterò oggi è una storia breve e a lieto fine.
È la simpatica storia di una pianta coraggiosa che grazie ai suoi poteri curativi e sensoriali è riuscita a conquistare il mondo.

The True Story of Mr. Juniperus

Il personaggio principale di questa storia è Mr. Juniperus conosciuto meglio come Ginepro. Stiamo parlando di un arbusto talmente forte che riesce a nascere piu o meno ovunque in giro per il mondo, è lo Schwarzenegger degli arbusti.

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Si hanno notizie del suo uso nella vita quotidiana fin dal paleolitico. Ed è grazie alla sua facile reperibilità che nell’arco del tempo ha avuto modo di farsi conoscere. Utilizzato prima come medicinale per i suoi innumerevoli principi curativi, passò poi infuso nel vino nei primi ProtoGin.

Un drink da sballo: Vino, bacche di ginepro, e via a far serata con l’alibi degli effetti curativi. Come disse il grande Plinio in una delle sue opere: che serate ragazzi!

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tra il XV e il XVI secolo arrivò un freddo birino a livello mondiale quello che gli inglesi ricordano ancora come ” Birino’s cold age” che causò il collasso della viticoltura.

Questo costrinse quei ragazzi ad adottare delle strategie alternative, e siccome erano pieni di cereali che venivano su dai fossi iniziarono a distillarli ricavando  una base alcolica simile al whisky.

Facendo una brevissima prefazione visto che stiamo parlando di distillazione mi sento in dovere di menzionare i frati, teneteli sempre a mente perchè quando si parla di alcool di qualità, in un modo o nell’altro i frati c’entrano sempre! Continuiamo…

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A quei tempi i Paesi Bassi erano pieni di ginepro che non sapevano più dove metterselo, gli olandesi lo usavano come infuso nell’alcool per curarsi le ferite e per prendere coraggio in battaglia ma ci misero un attimo per capire che oltre che terapeutico era anche particolarmente buono. Iniziarono così a berlo per piacere facendo nascere il genever.

Dato l’enorme successo che stava avendo, gli inglesi hanno mangiato la foglia o per meglio dire la bacca e hanno iniziato a produrselo da soli iniziando a distillarselo in patria. Nell’arco di poco diventò l’alcolico più consumato in Inghilterra, la popolazione ne abusava a tal punto che nel 1751 dovettero fare una Gin Act una legge che ne limitava l’utilizzo per evitare la spiacevole routine che si era creata: le persone si ubriacavano come delle marmotte tibetane lasciando il badge all’amico astemio per farselo timbrare. Si può quindi dire che il genever sia il capostipite dell’odierno gin.

Dato l’alto apprezzamento che arrivava anche dalla classe borghese nel 1800 il governo britannico decise di migliorare la qualità del proprio Gin.

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Come facciamo, come non facciamo….  Provarono in un primo momento ad aggiungere lo zucchero per addolcirlo e per nascondere la sua scarsa qualità tecnica arrivando così all’ “Old Tom”, capirono subito che forse non era la strada giusta arrivando alla vera rivoluzione con l’alambicco continuo che insieme ad un perfetto mix di botaniche dove il ginepro giocava sempre un ruolo predominante fecero nascere il London Dry Gin.

Lo straordinario successo globale portò al proibizionismo in America nel 1900 costringendo le persone a riunirsi negli speakeasy e a prodursi il gin in casa nelle vasche da bagno conosciuto come “Bathtub gin” o “compound gin” dove riempivano le vasche da bagno con l’alcool e ci immergevano il composto di botaniche in infusione.

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Insomma, una storia di centinaia di anni riassunta in pochissime righe per questo distillato che ancora oggi è amato e ricercato da tantissime persone. Che sia mixato in un drink particolare o abbinato ad una buona acqua tonica, si può tranquillamente dire che quei ragazzi hanno fatto proprio un bel lavoro!!

Ma il merito principale va dato a lui, Mr.Juniperus che dal paleolitico ad oggi, ha curato e rallegrato milioni di persone resistendo alle intemperie del Birino’s cold age senza fare una piega passando da una guerra e l’altra senza essere scalfito.

Posso per tanto concludere affermando che grazie alla sua tenacia e al suo coraggio si è guadagnato il titolo di arbusto con le “palle”.

Fine.

Spero di avervi fatto assorbire come delle spugne del Mar Cantabrico la storicità di questa favolosa acquavite, e se qualcuno stesse covando dentro di se un dubbio amletico del tipo: maaaaa cos’è la distillazione? cosa non è? Nessun problema troverete le risposte ai vostri dubbi QUI.

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