Ho deciso di parlarvi di questa tonica per la sua storia, perchè è una via di mezzo tra Peakey Blinders e il Padrino, quindi mi ha gasato come un drago delle ande tanto che prima di assaggiarla mi sono messo una coppola e ho riniziato a fumare.
Ma partiamo dall’inizio, erano i primi anni del ‘900 e Giuseppe Gasco era il piu piccolo di nove fratelli nati da Maria e Antonio Gasco un farmacista conosciuto e rispettato. Ci troviamo a Gallipoli nella nostra bellissima Puglia dove il piccolo Giuseppino passava diverso tempo con il Padre in bottega a preparare pozioni e tonici.
Purtroppo l’arrivo della guerra travolse la vita di Giuseppe e di tutta la sua famiglia, vennero a mancare il padre Antonio che si era arruolato per andare a combattere e un fratello per una brutta malattia. Momenti decisamente bui i quali portarono la famiglia Gasco a trasferirsi a Chicago dal fratello della mamma, il grande Zio Vito.
Vito dirigeva una grossa azienda di autotrasporti nella quale prese a lavorare Giuseppe rinominato dallo zio “Joseph” , e siccome il nostro Giuseppino era una ragazzo piuttosto sveglio, non ci mise molto a capire che l’azienda era una copertura del vero business, e cioè il commercio di alcolici. Ebbene si, siamo nel pieno del proibizionismo in America e lo Zio Vito con l’aiuto di Joseph portano avanti una delle più grosse imprese sugli alcolici di contrabbando di quel tempo rifornendo gli Spekeasy da Chicago fino a Nyc.
A quei tempi la qualità degli alcolici era decisamente più grezza rispetto ad oggi e Giuseppe se ne accorse subito osservando sopratutto le donne che facevano una gran fatica a bere. E voi direte, si ma che tipo di fatica? Un tipo di fatica di quelle grosse che sembrava che stessero bevendo dell’acquaragia. Allora Giuseppe grazie alle nozioni apprese dal Padre farmacista decise di creare delle bevande da miscelare all’alcool per renderlo più piacevole, e da li il successo, fiumi di toniche e bevande aromatizzanti tanto che anche le donne si svampavano i drink a “gagganella” come direbbe Aldo Baglio.
Ci fu poi la fine del proibizionismo, ma quello che contraddistinse le bevande di Joseph Gasco da Gallipoli ( per quello “UOMOGALLO” ) era la qualità e la cura delle spezie che Giuseppe impiegava per la creazione delle sue bevande.
Questa è la storia dietro al marchio che ha ispirato due amici imprenditori che nel 2013 hanno deciso di creare una tonica premium totalmente italiana.
Conclusione
Storia coinvolgente dietro al marchio che riporta ai tempi del proibizionismo e degli speakeasy, idea più che condivisa quella di produrre in Italia prodotti di qualità senza conservati e coloranti.
Se siete interessati ad inserire J. Gasco nel vostro locale non esitate a contattarci!